Microsoft immagina un Windows senza tastiera entro il 2030, sarà davvero cosi?

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David Weston, Vice Presidente Corporate per Enterprise e OS Security di Microsoft, ha presentato una visione di Windows orientata a un’interazione naturale con l’utente: una sorta di sistema operativo dove la voce e l’intelligenza artificiale integrata sono la norma, rendendo mouse e tastiera “alien come usare MS‑DOS per la Generazione Z”. Il concetto di “agentic AI” immagina un assistente AI in grado di vedere, ascoltare e agire con autonomia su richiesta dell’utente.

Perché questa previsione sembra rischiosa

L’ipotesi è eliminare totalmente i dispositivi di input fisico entro quattro anni e mezzo, sottolineando che pratiche comuni come la digitazione in pubblico o il gaming richiedono ancora tastiere fisiche. Il futuro potrebbe piuttosto essere ibrido, con tastiere virtuali e dispositivi pieghevoli simili al Matebook Fold che offrono un input touch opzionale. In questo contesto il keyboard resta un elemento utile, se non indispensabile, per applicazioni complesse o ambienti condivisi.

KDE e Linux: un modello già multimodale tangibile

A differenza della predizione Microsoft, le tecnologie open source come KDE offrono un’interazione multimodale già oggi, con supporto avanzato per touch, penna, voce e sistemi di riconoscimento tramite assistenti vocali integrati. KDE Plasma permette una personalizzazione profonda: scorciatoie da tastiera, gesture touch e comandi vocali funzionano insieme senza rinunciare alla tastiera tradizionale quando serve.

In ambito Linux, la flessibilità di KDE e l’attenzione alla privacy forniscono una base solida per interfacce che evolvono verso l’uso multimodale senza dipendere esclusivamente dalla voce. La soluzione è già disponibile oggi, non in un futuro ipotetico.

La visione di un Windows senza tastiera entro il 2030 è ambiziosa e suggestiva, ma appare poco realistica. GDPR, contesti pubblici, gaming e produttività professionale impongono ancora input fisici concreti. KDE e l’ecosistema Linux dimostrano che esistono alternative pratiche e privacemente responsabili che integrano input vocali e touch mantenendo il valore della tastiera. Il futuro dell’interazione con i sistemi operativi potrebbe essere multimodale, ma non necessariamente privo di tastiera.

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