Canonical migliora Java su Ubuntu Pro

Canonical ha deciso di dare una nuova carica alla sua offerta Java su Ubuntu, puntando con decisione al mondo enterprise e agli sviluppatori. Con una serie di annunci coordinati, l’azienda ha introdotto build proprietarie di OpenJDK, supportate a lungo termine tramite Ubuntu Pro, e container “chiseled” ottimizzati per le versioni LTS di OpenJRE 8, 17 e 21. Questi container, ridotti all’essenziale grazie allo strumento open source Chisel, promettono dimensioni dimezzate rispetto alle alternative come Temurin, senza sacrificare le prestazioni.
L’iniziativa non si limita alla distribuzione: Canonical ha anche semplificato l’adozione del framework Spring con un nuovo “devpack” preconfigurato, pensato per accelerare lo sviluppo di applicazioni. Inoltre, ha rafforzato il proprio impegno verso la compatibilità e la qualità, aderendo al gruppo di lavoro Eclipse Adoptium e testando le proprie build con il framework AQAvit. Questo garantisce agli utenti un ambiente Java conforme e affidabile, anche in ambiti regolamentati.
La strategia di Canonical risponde anche ai recenti cambiamenti nel panorama Java, come l’aumento dei costi delle licenze Oracle, che ha spinto molte aziende verso alternative open source. Ubuntu, con il suo supporto esteso fino a 12 anni e strumenti come GraalVM e CRaC per migliorare l’avvio delle applicazioni, si propone come piattaforma di riferimento per chi cerca stabilità, sicurezza e innovazione nel mondo Java. Nel periodo in cui Java ha perso parte della sua visibilità pubblica ma resta fondamentale nei backend aziendali, Canonical sembra voler ricordare che il linguaggio non solo è vivo, ma anche pronto a evolversi. E lo fa con un espresso doppio di supporto, strumenti e visione strategica.