Riflessioni su Flatpak e il suo futuro
Flatpak, il popolare formato di pacchettizzazione per applicazioni Linux, ha raggiunto una diffusione significativa, con un numero crescente di applicazioni disponibili su Flathub e l’adozione da parte di distribuzioni come Fedora. Tuttavia, durante il Linux Application Summit di aprile 2025, Sebastian Wick ha espresso preoccupazioni riguardo alla stagnazione dello sviluppo del progetto. Sebbene il sistema funzioni bene e venga utilizzato quotidianamente, mancano contributi significativi e revisori attivi per le nuove funzionalità. La partenza di figure chiave, come Alexander Larsson, ha lasciato un vuoto difficile da colmare, rendendo complicato per nuovi sviluppatori ottenere feedback tempestivi sulle loro proposte.

Un esempio di questa situazione è il lavoro su flatpak-preinstall
, uno strumento pensato per integrare Flatpak nelle installazioni di base di sistemi come Red Hat Enterprise Linux 10. Nonostante lo sviluppo sia iniziato nel 2024, la revisione del codice ha subito ritardi significativi a causa della mancanza di manutentori attivi. Wick ha anche discusso la possibilità di adottare il formato OCI (Open Container Initiative) per i pacchetti Flatpak, sfruttando strumenti esistenti e migliorando l’efficienza, ad esempio attraverso il supporto alla compressione zstd:chunked
. Tuttavia, molte di queste migliorie attendono ancora una revisione e integrazione nel progetto principale.
Un altro punto critico riguarda la gestione dei permessi. Flatpak ha introdotto opzioni più granulari, come --device=input
, per limitare l’accesso delle applicazioni alle risorse di sistema. Tuttavia, l’adozione di queste funzionalità è ostacolata dalla presenza di versioni obsolete di Flatpak nelle distribuzioni, rendendo difficile garantire la compatibilità retroattiva.
La gestione dell’audio è un ulteriore ambito di miglioramento. Attualmente, Flatpak utilizza PulseAudio, che non consente di separare l’accesso tra microfono e altoparlanti. Wick propone l’integrazione con PipeWire per offrire un controllo più preciso, ma questa transizione richiede modifiche significative e collaborazione con altri progetti. La comunicazione tra applicazioni Flatpak attraverso D-Bus è limitata dall’uso di xdg-dbus-proxy
, che impone politiche statiche definite all’avvio. Wick suggerisce di spostare la gestione delle politiche direttamente nei broker D-Bus, come busd
, per permettere una configurazione più dinamica e sicura.
Infine, la gestione dei driver NVIDIA rappresenta una sfida. Flatpak attualmente richiede la compilazione di versioni specifiche dei driver per ogni runtime, aumentando il carico di lavoro e la complessità per gli utenti. Wick propone di adottare un approccio simile a quello di Valve, utilizzando i driver del sistema host e caricando le dipendenze necessarie all’interno del sandbox dell’applicazione.
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