Fedora per ora rimane con il supporto 32 bit

Fedora ha recentemente deciso di sospendere, almeno per il momento, l’abbandono del supporto all’architettura i686, una mossa che ha suscitato un acceso dibattito all’interno della comunità open source. Nonostante le pressioni per semplificare la manutenzione del sistema e concentrarsi sulle architetture moderne, il progetto ha scelto di dare ascolto alle esigenze degli utenti che ancora dipendono da software a 32 bit.
La proposta iniziale prevedeva la rimozione completa del supporto i686, inclusa l’eliminazione dei pacchetti multilib che permettono l’esecuzione di applicazioni a 32 bit su sistemi x86_64. Tuttavia, la risposta della comunità è stata chiara: esistono ancora casi d’uso legittimi, come l’esecuzione di vecchi giochi, software legacy o ambienti di test, che rendono prematuro un taglio netto.
Il team di Fedora ha quindi deciso di adottare un approccio più cauto e graduale. La prima fase prevede la rimozione dei pacchetti i686 dai repository x86_64, ma senza interrompere immediatamente la compilazione dei pacchetti per l’architettura a 32 bit. Questo compromesso consente agli sviluppatori di adattarsi al cambiamento e agli utenti di prepararsi, evitando interruzioni improvvise.
La decisione riflette l’equilibrio delicato tra innovazione e inclusività che Fedora cerca di mantenere. Da un lato, c’è la necessità di evolvere e ottimizzare le risorse; dall’altro, il rispetto per una base utenti eterogenea che continua a trovare valore in tecnologie considerate superate. In un ecosistema in continua trasformazione, Fedora dimostra ancora una volta di voler procedere con attenzione, ascoltando chi lo utilizza ogni giorno.
via linuxiac