iVentoy è una sorprendente evoluzione del celebre Ventoy, pensata per portare la stessa flessibilità del boot da USB direttamente sulla rete. Si propone come un server PXE migliorato, capace di “servire” simultaneamente ISO di installazione Windows, Linux, WinPE o VMware ESXi a più dispositivi in modo semplice e diretto.

A differenza del suo fratello USB, iVentoy unisce una componente open source (gestita nel repository PXE) a moduli closed‑source presenti nelle versioni Free e Pro distribuite dal sito ufficiale . La edizione Free è limitata all’uso domestico, con supporto fino a cinque client e architetture UEFI x86, mentre la Pro sblocca l’uso commerciale, il supporto ARM64 e limiti più estesi.
Installare iVentoy su Linux è molto semplice basta scaricare il file da questo link estrarlo e avviare il terminale all’interno della cartella estratta e digitare:
sudo sh iventoy.shUna volta avviato lo scipt basta collegarci all’indirizzo http://localhost:26000 qui è possibile impostare la rete PXE: indirizzi del server e DHCP/maschera, filtri MAC, risoluzione schermo e ISO di default da lanciare. Quando un client avvia in modalità PXE, iVentoy lo instrada sul loader e, utilizzando un modulo driver chiamato httpdisk.sys, monta l’immagine ISO via HTTP all’interno dell’ambiente WinPE.

Il driver agisce soltanto in RAM, scompare al termine dell’installazione e non permane nel sistema installato . Inoltre, iVentoy risolve automaticamente eventuali controlli TPM su Windows 11 tramite chiavi di registro aggiuntive. Per chi gestisce un laboratorio o un piccolo network, iVentoy rappresenta una valida alternativa a USB stick o soluzioni complesse come WDS, ideale anche all’interno di container Docker o ambienti virtualizzati come Unraid e Proxmox. Una volta configurato, basta eseguire un ip helper-address sul router o switch e il sistema è pronto, con possibilità di filtrare client tramite MAC e gestire avvii multipli contemporaneamente.
Nonostante il core open source, esistono alcuni dubbi relativi ai driver e certificati utilizzati in WinPE, che talvolta richiedono l’avvio in modalità test per aggirare la firma scaduta . Questo aspetto può rappresentare un limite per contesti aziendali particolarmente attenti alla sicurezza.
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