KDiskMark testare la velocità dei dischi su Linux

Chi utilizza Linux quotidianamente, soprattutto in ambito tecnico o professionale, sa quanto possa essere importante conoscere le prestazioni reali dei propri dispositivi di archiviazione. Che si tratti di un SSD NVMe, di un vecchio hard disk meccanico o di un drive esterno, capire quanto “spinge” in lettura e scrittura può fare la differenza nella scelta dell’hardware o nell’ottimizzazione del sistema. E qui entra in gioco KDiskMark, uno strumento semplice, intuitivo e decisamente utile.

KDiskMark nasce come alternativa a CrystalDiskMark, popolare software di benchmark per Windows. Su Linux, mancava qualcosa di altrettanto immediato e visuale. Certo, esistono strumenti da terminale come fio o dd, ma non sono esattamente alla portata di chi cerca una soluzione più immediata e visiva. KDiskMark colma proprio questo vuoto, offrendo un’interfaccia pulita in stile KDE, con grafici chiari e risultati dettagliati.
Una delle cose più apprezzate di questo programma è che non serve essere esperti per usarlo. Si lancia, si seleziona il dispositivo da testare, si imposta il numero di test e le dimensioni dei file, e in pochi clic si ottengono i risultati. Vengono misurati diversi scenari: letture e scritture sequenziali, casuali, con queue depth diverse e thread multipli. Il tutto presentato in modo chiaro, con valori in MB/s e IOPS.

Dal punto di vista tecnico, KDiskMark si appoggia a fio per eseguire i test, quindi sotto il cofano lavora con uno dei tool più affidabili e completi esistenti. Ma l’utente finale non deve preoccuparsi di scrivere comandi complessi: l’interfaccia fa tutto il lavoro sporco.
È anche un progetto attivo e ben mantenuto, presente nei repository di molte distribuzioni oppure facilmente installabile via Flatpak, opzione molto comoda per chi non vuole mettersi a compilare o gestire dipendenze a mano.

Per chi ama monitorare le prestazioni, ottimizzare il sistema o semplicemente verificare che tutto funzioni come dovrebbe, KDiskMark è uno di quegli strumenti che non dovrebbero mancare. Non fa miracoli, non è pensato per professionisti dello storage enterprise, ma per l’utente Linux medio rappresenta una soluzione elegante, leggera e soprattutto utile.

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