Lo stato federato dello Schleswig-Holstein dice addio a tutti i software di Microsoft compreso Windows

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In Germania, lo stato federato dello Schleswig-Holstein ha deciso di compiere un passo significativo verso l’indipendenza digitale, annunciando la progressiva eliminazione degli strumenti Microsoft dalle postazioni di lavoro della pubblica amministrazione. Entro la fine del 2025, applicazioni come Teams, Word, Excel, Outlook e persino il sistema operativo Windows non faranno più parte dell’infrastruttura informatica dei dipendenti pubblici, inclusi funzionari, agenti di polizia e giudici. Questa decisione rappresenta una chiara presa di posizione politica e tecnologica, che mira a ridurre la dipendenza dai giganti del software statunitensi a favore di soluzioni open source controllate localmente.

Il governo regionale ha evidenziato come uno dei principali obiettivi sia quello di rafforzare la sovranità digitale, ponendo fine alla necessità di affidarsi a servizi cloud stranieri che sollevano dubbi in materia di protezione dei dati e controllo sulle informazioni sensibili. Le nuove soluzioni saranno ospitate su server gestiti direttamente in Germania, una scelta che si inserisce in un più ampio contesto europeo di riscoperta dell’autonomia tecnologica, accentuato ulteriormente dalle recenti crisi geopolitiche.

Per sostituire l’ecosistema Microsoft, lo Schleswig-Holstein adotterà software libero e open source. Suite come LibreOffice prenderanno il posto di Word ed Excel, mentre per posta elettronica, calendari e collaborazione online si farà affidamento a piattaforme alternative come Open-Xchange. L’ambiente desktop sarà progressivamente migrato verso GNU/Linux, rendendo l’intera infrastruttura pubblica più trasparente e flessibile. Non si tratta semplicemente di un cambio tecnico, ma di una visione strategica di lungo periodo, orientata alla trasparenza, al controllo dei costi e all’indipendenza dalle pressioni commerciali e politiche di fornitori esterni.

Il ministro regionale alla digitalizzazione, Dirk Schrödter, ha sottolineato come l’invasione russa dell’Ucraina abbia reso evidente quanto sia fragile la dipendenza energetica ed ora, in parallelo, anche quella digitale. In quest’ottica, dotarsi di strumenti che non siano vincolati a legislazioni extraeuropee diventa una necessità più che una scelta. Secondo le autorità locali, la transizione non solo sarà più sicura, ma anche economicamente vantaggiosa: i costi di licenza per i software proprietari sono crescenti e difficilmente prevedibili, mentre le alternative open source permettono una gestione più chiara e sostenibile nel tempo.

Lo Schleswig-Holstein non è solo in questo percorso. Diverse città danesi, alcune amministrazioni francesi e persino il Ministero della Difesa indiano hanno già avviato progetti simili. Anche l’Unione Europea sta promuovendo l’adozione di standard aperti e software liberi attraverso iniziative normative come l’Interoperable Europe Act, che mira a rafforzare l’autonomia tecnologica degli stati membri. In questo contesto, l’esperienza tedesca potrebbe diventare un modello da seguire per altre amministrazioni pubbliche interessate a ridurre i rischi legati alla dipendenza da fornitori stranieri.

Il cammino non sarà privo di sfide. L’adozione di nuovi strumenti richiede formazione, tempo e una visione politica stabile, elementi che in passato hanno minato tentativi simili, come nel caso del progetto LiMux della città di Monaco, poi abbandonato per difficoltà di integrazione.

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