La Danimarca sceglie Linux e LibreOffice e dice addio a Windows
Caroline Stage Olsen, Ministra alla Digitalizzazione della Danimarca, che sta guidando la sostituzione del sistema operativo e suite per l’ufficio di Microsoft all’interno del proprio ministero. In veste sia politica sia strategica, Caroline Stage ha deciso di «andare avanti lei stessa per prima», offrendo una dimostrazione concreta di ciò che intende promuovere a livello nazionale. A partire da giugno 2025, una parte significativa dei dipendenti del Ministero della Digitalizzazione inizierà a usare Linux anziché Windows, e LibreOffice al posto del pacchetto Office 365 di Microsoft.

Il piano annunciato prevede una fase pilota: nel giro di circa un mese metà dello staff proverà a lavorare con questa nuova configurazione. Se l’esperimento darà esito positivo, entro l’autunno 2025 l’intero ministero sarà indipendente dai prodotti Microsoft . Caroline ha chiaramente affermato che, nel caso si presentassero ostacoli insuperabili, si tornerebbe sui propri passi. Tuttavia, si è detta fiduciosa nel successo, puntando su esperienze positive già in corso con LibreOffice .
Dietro questa scelta c’è uno scopo preciso: rimettere al centro il concetto di sovranità digitale nella pubblica amministrazione danese. La nuova strategia digitale comune a stato, regioni e comuni ridefinisce la priorità su questa tematica per i prossimi quattro anni. La decisione del Ministero danese non è isolata: anche le città di Copenaghen e Aarhus stanno valutando l’abbandono di Microsoft. La tendenza sta ricevendo attenzione internazionale, non ultimo da esperti come David Heinemeier Hansson, CTO di 37signals, che su LinkedIn ha commentato con entusiasmo il passaggio verso Linux, definendolo «una scelta saggia e grandiosa», e aggiungendo che Caroline Stage sta dando l’esempio.
Naturalmente non mancano voci critiche che ricordano le esperienze passate, come il caso di Monaco, dove la migrazione a Linux incontrò difficoltà tali da far tornare l’amministrazione a Microsoft. Ma stavolta la spinta è diversa: si tratta di un investimento in soluzioni open source supportate da aziende europee come parte di un progetto strutturato di digitalizzazione sovrana . In definitiva, la manovra della Ministra Stage ha un forte valore simbolico: non solo tenta di liberare il ministero dal potere di un’unica azienda tecnologica globale, ma pone anche le basi per una nuova visione digitale, in cui lo Stato stesso sperimenta in prima persona la transizione verso software libero e comunitario.
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